Rimedi contro il sudore

sudore.jpgCosa c’è di più fastidioso del sudore? È un inconfondibile strumento per mostrare quanto siamo accaldati, quanto siamo ansiosi, impauriti, emozionati , innamorati e addirittura è un richiamo per le zanzare!! Un viso disteso e rilassato nasconde l’ansia del primo appuntamento o di un incontro di lavoro importante, ma tutto è vanificato se all’atto del dare la mano un mare caldo ci investe.

È consuetudine comune pensare che il sudore sia la causa principale del cattivo odore. Il sudore, infatti, è inodore; una volta raggiunta la superficie corporea la presenza di una vasta flora microbica, la temperatura e l’umidità elevata di certe zone (ascelle, inguine, piedi) favoriscono la produzione di sostanze maleodoranti da parte dei batteri presenti sul nostro corpo. E’, dunque, il metabolismo microbico che porta alla formazione delle sostanze volatili maleodoranti!

 

Il sudore è prodotto dalle ghiandole sudoripare, che sono distribuite uniformemente lungo tutta la superficie corporea. Basti pensare che ciascun piede posside 250.000 ghiandole sudoripare che sono in grado di produrre fine a 250 Cl di umidità al giorno!

Il sudore è composto da un complesso di elementi quali l’anidride carbonica, l’ammoniaca, l’acido latticosaliacquaproteine e sette tipi di acidi carbossilici. Il sudore ha la medesima composizione sia nella donna che nell’uomo, ma con l’avanzare dell’età e in funzione degli stili di vita (alimentazione, fumo, ecc) può cambiare la sue caratteristiche. Ci sono persone affette da iperidrosi, cioè da un’eccessiva quantità di sudore, e sono maggiormente soggette a contrarre infezioni e micosi. Infatti il sudore è la prima forma difesa che l’organismo mette in atto contro gli agenti patogeni. Attraverso il sudore sono eliminate le sostanze tossiche e impurità prodotte dal nostro organismo, è mantenuta costante la temperatura del corpo affinché gli organi vitali possano funzionare correttamente. Il sudore è, quindi, una reazione naturale che deve essere controllata, ma non eliminata.

Come possiamo combattere il sudore? Numerosi sono i rimedi naturali che possiamo mettere in campo per ridurre la produzione di sudore:

  • Evitare di mangiare cibi troppo piccantipiatti molto conditi o troppo elaborati. Questi alimenti producono più calore di altri e fanno alzare la temperatura interna del corpo che, per difendersi, aumenta la sudorazione.
  • Limitare il più possibile l’assunzione di bevande alcoliche, che aumentano la temperatura corporea.
  • Usare sempre saponi neutri, per evitare di alterare eccessivamente la flora batterica presente sulla cute.
  • Asciugarsi con molta cura, al fine di evitare la permanenza di zone troppo umide dove la proliferazione batterica è favorita e di conseguenza anche il cattivo odore.
  • Usare un deodorante, preferibilmente non alcoolico, e depilarsi.

Un problema molto ricorrente è un’aumentata sudorazione dei piedi. Si tratta di un problema molto diffuso, con risvolti nella socialità delle persone che ne soffrono. Ecco come poter attenuare i disagi di questa condizione:

  • Mettere a bagno i piedi tutti i giorni in una bacinella con una soluzione di acqua e aceto di mele (poco meno di mezza tazza di aceto in un litro d’acqua) o immergere i piedi nel tè, poiché l’acido tannico presente nel tè può eliminare i cattivi odori.
  • Mettere del bicarbonato nelle scarpe per assorbire il sudore e i cattivi odori.
  • Utilizzare scarpe fatte con materiali naturali (cuoio, pelle, cotone, lino etc etc) perché permettono al piede di respirare molto più che a contatto con materiali sintetici.

Perché ci piacciono i gadget bianchi

nokia lumia 800,phone 4,ipod e ai macbook,settore automobilistico,samsung galaxy note,smartphone,vendita di autoTi piace, lo vuoi, lo vuoi con tutto te stesso. E quando ce l’hai ti fa sentire bene. Il biancoLg bianco trasforma dei desiderabili smartphone in irrinunciabili gingilli. C’è chi, per poter mettere le mani su questa versione dell’iPhone 4, ha aspettato dieci mesi e nel Regno Unito si sono convinti che la febbre da melafonino abbia contagiato anche il settore automobilistico, secondo i dati della Society of motor manufacturers and traders la vendita di auto bianche è quasi decuplicata dal 2004 al 2011.

I concorrenti della Mela non stanno a guardare e rispondono colpo su colpo alla domanda imperante: gli ultimi due ad andare alla caccia di nuovi clienti con la versione white sono il Nokia Lumia 800 e il Samsung Galaxy Note. Sul fatto che faccia terribilmente figo, non c’è più nessun dubbio. Noi abbiamo provato a chiederci perché, girando la domanda a un esperto di marketing emozionale, a uno psicologo e interrogando i sopracitati marchi.

Gianandrea Abbate, amministratore delegato di Psyco-Research, non ci gira intorno: “Si tratta di una trasmigrazione emotiva del concetto di santità, di una sublimazione della fede religiosa”, ci spiega. “In un momento di crisi come questo, i consumatori si dividono in due grandi poli, quello dei depressi e quello di quanti entrano in una dimensione di rimozione dei problemi. Questi ultimi amano il bianco, la luce che emana. Il telefonino diventa una sorta di messia anche grazie all’aspetto lucido”.
Apple, ci tiene a sottolineare Abbate, “non ha inventato niente di nuovo, il bianco esiste dalla Madonna in avanti. Si pensi ai mobili degli anni ’70 o ai tavoli di saarinen. Il bianco va per la maggiore nei momenti di liberazione e idealizzazione, la moda passerà e tra trent’anni si riproporrà. La mente umana cerca sempre nuovi stimoli e i marchi lo sanno”. Cupertino stessa, se si pensa agli iPod e ai MacBook, ha già accantonato l’aura di santità in favore del grigio metallizzato.
Secondo lo psicologo Roberto Cavaliere, l’era del bianco ha le sue radici in una “saturazione psicologica verso il nero”. Lasciando perdere per un attimo telefoni cellulari e altri device, “il bianco è un non-colore e caratterizza poco la persona che lo sceglie, si tratta di individui lineari, alla ricerca di qualcosa di pulito e lindo, ma che vogliono dire poco di sé”. Per un marchio ricorrere a questo escamotage coincide con la volontà di non associare il colore ad alcuna sensazione particolare: “Facendo una scelta più precisa (rosso, blu, giallo) si teme di intercettare una fascia ristretta di consumatori”.
 
 
E Samsung conferma: “Il tutto nasce dall’esigenza di rendere gli smartphone dispositivi sempre più di massa e apprezzati da un pubblico eterogeneo. Partiremo a breve con una campagna con cui comunichiamo la disponibilità del bianco su una serie completa di device, dal Note al Galaxy Pro”, dichiara Riccardo De Franchis, marketing manager italiano della casa sudcoreana. “Noi in una prima fase andiamo a cogliere la domanda degli utenti più avanzati, per i quali le performance sono prioritarie, e successivamente facciamo entrare in gioco le leve del design”, aggiunge. E il bianco risponde alle esigenze di un pubblico giovanile, femminile, sportivo e allo stesso tempo elegante. Sulle fasce meno premium “stiamo lavorando con tonalità meno classiche”. Conferma ulteriore di come il non colore sia la scelta ottimale per spalancare il bacino d’utenza laddove si punta di più.
 
 
Elvira Carzaniga,South Europe marketing communications and channel marketing head di Nokia, fa invece riferimento al bianco come “una delle tendenze globali che i designer segnalano alla società con un anticipo sufficiente a rendere possibile la realizzazione del prodotto” e alla già citata necessità di contrapporsi al nero.


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Ecco come proteggere mani e piedi dal freddo

Coprirsi è fondamentale, ma quando si soffre di problemi microcircolatori, mani e piedi in particolare vengono attaccati dai geloni. Il calore comunque, resta la miglior prevenzione.

 

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Mani e piedi sono molto importanti perché sono le parti del corpo che tutto il giorno, per motivi diversi, sono in movimento, e pertanto vanno protetti e curati soprattutto dai geloni che in questo periodo sono in agguato. Il gelone si verifica quando la pelle si raffredda moltissimo, e quindi si intorpidisce, diventando diventa pallida. Di solito colpisce le zone piccole e maggiormente esposte dell’organismo, ad esempio le dita delle mani e dei piedi, il naso, le orecchie, le guance e il mento. L’importante è intervenire in tempo al fine di evitare il congelamento vero e proprio, che invece può danneggiare seriamente la pelle, i tessuti, i muscoli e le ossa e causare complicazioni, ad esempio infezioni e lesioni ai nervi. L’esposizione al freddo, a materiali gelidi come ad esempio al ghiaccio è tra le causa della manifestazione di geloni pertanto è importante indossare, con il freddo, abiti abbastanza caldi evitando di stare esposti a temperature rigide per troppo tempo. Ci sono anche dei fattori, per alcuni soggetti che possono far aumentare il rischio di geloni, ovvero chi soffre di patologie che influiscono sulla capacità di percepire il freddo o di reagire al freddo, ad esempio la disidratazione, l’esaurimento fisico, il diabete o i problemi circolatori. La sintomatologia dei geloni prevede: pelle arrossata, bianca, pallida o grigio-giallastra; pelle indurita o cerea; Sensazione di freddo o di bruciore; intorpidimento; rigidità muscolare e articolare che ostacola i movimenti; formazione di vesciche (nei casi più gravi). L’eritema pernio ( gelone) può colpire non solo mani e piedi, ma anche calcagni, volto, naso e padiglioni auricolari e persino ginocchia e glutei. Uno tra i rimedi è riattivare la circolazione alternando bagni freddi e caldi per alcuni minuti. Tra i rimedi naturali efficaci, l’olio extravergine d’oliva aiuta a rendere morbida e liscia la pelle delle mani, magari massaggiandole prima di andare a dormire come se l’olio fosse una crema. Se si utilizzano detersivi, questi possono rovinare le mani ed è bene usare dei guanti di gomma per proteggerle magari scegliendo modelli foderati all’interno con un rivestimento in cotone.
Per la bellezza delle mani il contatto con l’acqua, l’azione del freddo e l’inquinamento, costituiscono seri pericoli ed è importante innanzitutto lavarsi le mani più volte al giorno, scegliere detergenti adatti e delicati a ph neutro o acido; asciugarle con cura e massaggiarle poi con una crema specifica. In questo periodo poi, si combatte con il clima particolarmente freddo che provoca secchezza ed altera la circolazione sanguigna non consentendo alla pelle di ricevere in modo adeguato le sostanze nutritive. A differenza delle mani, ai piedi si dedica meno tempo e spesso vengono trascurati; persino quando si sceglie una scarpa, il più delle volte lo si fa in base alla linea, dimenticando che potrebbero essere la causa di una serie di problemi. In questo periodo, è più facile che i nostri piedi siano soggetti ai geloni, ovvero infiammazioni cutanee generate dal freddo, che colpiscono i tessuti superficiali delle dita. Le parti interessate si presentano gonfie e arrossate mentre la pelle si presenta tesa e lucente. Negli stadi più avanzati dell’infiammazione, oltre alla sensazione di dolore più marcata, si avrà un colorito violaceo e comparsa di piccole ulcere.

 

I problemi di circolazione favoriscono il gelone
I motivi più diffusi della comparsa dei geloni sono problemi di circolazione e irrorazione sanguigna, dovuti a diabete, fragilità capillare o a problemi di circolazione periferica. È importante, perciò, tentare di prevenire il più possibile la loro comparsa, tenendo mani e piedi, a riparo da freddo ed umidità. Una buona abitudine è quella dei pediluvi con acqua tiepida seguiti dall’applicazione di una crema emolliente. Se compaiono invece ferite, è bene rivolgersi al proprio medico di fiducia, in modo da applicare medicinali cicatrizzanti, che evitino il sopraggiungere di infezioni e complicazioni. Le persone con problemi circolatori sono maggiormente soggette alla formazione di geloni, ed un pediluvio caldo donerà sollievo, soprattutto se aggiungiamo all’acqua un cucchiaino di olio alla calendula da alternare a un pediluvio freddo. Molto efficaci sono anche i pediluvi caldi (mai bollenti) con il sale grosso, seguiti da un massaggio all’olio di calendula, d’arnica o all’olio d’oliva. Per stimolare la circolazione si possono, inoltre, sfruttare le virtù terapeutiche della cipolla applicandola cruda (triturata o frullata), sulla parte dolente,  fissandola con una garza ed eventualmente con della pellicola trasparente. Anche una tisana, a base per esempio di centella asiatica è indicata per i problemi circolatori.

Unghie indebolite dopo ricostruzione! Cosa fare?

ricostruzione delle unghie,unghie,smalto rinforzante,beauty, Bellezza, manicure,Come è noto le unghie ben curate, sane, lucenti, sono fondamentali per la bellezza delle mani e anche dei piedi. Sempre più spesso si ricorre alla ricostruzione delle unghie per svariati motivi. Questo tipo di trattamento, di regola, durerà un tempo grazie al quale si può raggiungere la lunghezza desiderata dell’unghia naturale. Con la ricostruzione unghie si potrà godere di una mano presentabile, precisa, chic ed alternativa grazie alla nail art ovvero l’applicazione di polveri glitter colorate, swaroski, stencil, micropalline, fiori secchi, fiori in porcellana, piercing e gel colorati usati durante la ricostruzione unghie.

A volte però le unghie , dopo la rimozione del gel, si possono indebolire e si sfaldano. A causa di fresature aggressive, sia con la lima sia con la fresa, le unghie naturali posso presentarsi fragili, rosse e doloranti.

La miglior soluzione è non rifare un’altra ricostruzione, visto che durante la preparazione si va a limare ulteriormente un pò della tua unghia già stressata. Non resta altro che aspettare qualche mese fin che nasca l’unghia nuova. Nel frattempo occorre applicare tutte le sere sulle cuticole una crema adatta e olii idratanti come l’olio di arnica. Successivamente per una maggior ripresa dell’unghia applicare uno smalto rinforzante tutti i giorni per un’intera settimana senza togliere quello del giorno prima in modo tale che si crei una patina che protegga e rinforzi l’unghia.

Tra i prodotti che si possono utilizzare c’è Keratrind, l’unico prodotto al mondo per unghie a base di keratina idrolizzata. E’ un trattamento indicato per le unghie danneggiate, ad esempio a seguito dell’utilizzo di unghie artificiali o dell’esposizione a solventi e all’inquinamento ambientale. Da tenere presente anche due prodotti Pupa che sono la base ultra-rinforzante per migliorare la resistenza e la forza delle unghie fragili e sfaldate e la base attiva ricrescita che è un trattamento unghie arricchito alle vitamine e agli estratti naturali, aiuta la crescita delle unghie.

 

Nel giro di circa 15 giorni le unghie torneranno ad essere forti e sane.

 

 

 

La dieta per rassodare glutei e gambe

amanon1b.jpgMantenere in forma glutei e gambe è fondamentale per una donna, poiché questi rappresentano due dei punti cardine del nostro corpo. La paura più grande sono i cedimenti e le smagliature, l’effetto buccia d’arancia, nonché la cellulite e la ritenzione idrica.

È opportuno, dunque, mantenere queste zone in forma: in primo luogo il problema può essere tranquillamente risolvibile con giusti esercizi fisici e movimento, se al vostro fondo schiena e gambe, necessita semplicemente un’azione rassodante, ma in casi più importanti anche seguire delle giuste regole alimentari non guasterebbe, dunque il controllo del peso è fondamentale poiché il concentrato di grassi spesso va ad accumularsi proprio in queste zone critiche.

Una dieta specifica per glutei e gambe non esiste, ma esistono diete per perdere peso, perciò è necessario seguire qualche piccolo accorgimento:

  • ridurre grassi e dolci;
  • la dieta deve essere leggermente ipocalorica;
  • le porzioni devono essere contenute e proporzionate;
  • equilibrare i quantitativi di grassi, proteine e carboidrati.

Inoltre è consigliabile consumare 5 pasti al giorno, di cui 3 principali e 2 spuntini, provate così:

prima colazione

– caffè senza zucchero
– yogurt magro

spuntino
– 1 frutto a vostro piacimento

pranzo
– 40 grammi di pasta o riso
– pollo o pesce
– verdure miste condite con un filo d’olio

merenda
– thè o yogurt

cena
– minestrone o una sogliola
– verdure miste condite con un filo d’olio

Provate a seguire una dieta di questo tipo per almeno quattro settimane, unite dei sani esercizi fisici e lunghe camminate, bevete almeno due litri di acqua al giorno e constatate i risultati. In ogni caso, la dieta dissociata è sempre perfetta, ovvero prediligere i carboidrati per pranzo e le proteine a cena. Altro piccolo consiglio da prendere in considerazione è evitare il consumo di carboidrati derivati dalla farina (prodotti da forno) dopo le 18. Se il vostro poi, risulta un problema più specifico e da trattare in maniera più dettagliata, rivolgetevi al parere di mani esperte. Ma forse, partendo da questi consigli basilari, il vostro fondo schiena e le vostre gambe potranno prepararsi alla prossima prova costume.

 

 

 

Ombretto iridiscente: istruzioni per l’uso

Oro, argento, rosa, albicocca, madreperla: le collezioni make up 2011-12 propongono sofisticate cromie iridiscenti.

 

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Come si applicano gli ombretti iridescenti per evitare anti estetiche sbavature?
Gli step fondamentali sono i seguenti:
1. Definire perfettamente le sopracciglia, possibilmente verso l’alto. L’obiettivo è quello di illuminare lo sguardo. Sopracciglia non curate ne annullerebbe l’effetto desiderato.
Passare un velo di cipria sulle palpebre per far aderire meglio l’ombretto.
2. Tenendo l’occhio chiuso, applica con un pennello piatto sul margine delle ciglia tutta la quantità dell’ombretto, che dovrà poi essere sfumato su tutta la palpebra.
3. Con l’aiuto di un pennello – più largo e privo di ombretto – smorza il colore fino all’arcata sopraccigliare. Otterrai così un effetto più trasparente.
4. Disegna un tratto color bronzo o malva o marrone dorato sotto l’occhio, partendo dall’interno verso l’esterno (guardando in alto). Intensificherai così l’effetto finale dell’ombretto iridescente.
5. Per ottenere un effetto ancora più sofisticato, sfuma l’ombretto direttamente con le dita, in direzione delle tempie. Applica abbondante mascara.
Il consiglio in più
Se il risultato ti sembra troppo brillante, tampona con un po’ di cipria.

Bio rivitalizzazione ringiovanente

Cocktail di sostanze biologiche, tra cui vitamine, sali minerali e acido ialuronico per ringiovanire il viso. Non è un filler ma un’iniezione vitale maggiormente diffusa sul volto. Scopriamo i dettagli con l’esperta.

 

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E’ un trattamento di medicina estetica che serve per prevenire e curare l’invecchiamento cutaneo senza bisturi. Elimina inoltre gli inestetismi cutanei di viso, collo e mani.

“Più si va avanti con gli anni, più si va incontro ad una generale atrofia del derma e si riduce la vascolarizzazione della pelle”, dice la Dottoressa Ilse Cristina Ghinolfi, medico specialista in Medicina e Chirurgia estetica, a Milano.

Il trattamento di bio-lifting o bio-rivitalizzazione viene operato attraverso l’iniezione di sostanze biologiche che rivitalizzano il derma (lo strato più profondo della pelle ndr). L’obiettivo (e il risultato finale) è quello di migliorare l’aspetto della pelle donando turgore, luminosità, elasticità, compattezza ed eliminando le piccole rughe.

Si può effettuare anche a 25 anni se si ha un viso molto magro, che presenta un reticolo di piccole oppure se negli anni si è esposti al sole senza criterio.
Il bio-lifting viene effettuato con delle micro-iniezioni a base un cocktail composto da Vitamine, Sali minerali e Aminoacidi, tra i quali:

–  le Vitamine A, B3, B5 B6, B12 che garantiscono equilibrio alla pelle;

–  la Citamina C che migliora e stimola la sintesi del collagene, oltre ad avere un effetto schiarente:

–  la Vitamina E che agisce contro i radicali liberi (queste sono alcune delle 13 vitamine iniettate);

–  Sali minerali che agiscono sulle funzione essenziali del rinnovo cellulare, tra cui il magnesio, il coenzima Q10, il cloruro di potassio, utili per catalizzare il metabolismo dell’organo; aumentano la velocità della costruzione dei tessuti, e svolgono una funzione antiossidonate;

–  28 aminoacidi, tra cui l’acido ialuronico

L’arginina, lacido aspartico, la cistina, la glicina, la serina, la taurina, e il triptofano: tutte sostanze che stimolano le funzioni vitali della pelle, e quindi la mantengono giovane.

– Il coenzima A, nad e nad bp che sono enzimi metabolici, che intervengono quindi nella struttura della cellula epidermica stessa;

–  Acido nucleico come lRNA che regola la sintesi delle proteina
–  Complessi poli-vitaminici che hanno unazione detossinante

Si tratta di una bio-rivitalizzazione effettuata con lacido ialuronico non reticolato, le cui fibre cioè sono libere. A differenza del filler riempitivo, consente una diffusione maggiore nel derma (il primo invece rimane più in loco nella zona in cui è stato iniettato poiché è composto da fibre reticolate, unite).

A questi cocktail di sostanze biologiche si può aggiungere un altro complesso caratterizzato dalla presenza di botox liftante. Ciò dipende dalla condizione della pelle della paziente.

Nelle bio-rivitalizzazioni l’elemento ringiovanente principale è determinato dall’acido ialuronico che consente di ricreare quell’ambiente cellulare che si ha quando si è giovani.

E’ una tecnica lineare che si basa sulla capacità di diffondere l’acido ialuronico, attraverso delle piccole punture. Si ottiene così l’aumento del trofismo del tessuto che porta alla scomparsa del reticolato di pelle secca di viso, collo e decolleté.

Tali problematiche non sono solo prerogativa di persone ageè, ma possono presentarsi anche in persone giovanissime per motivi costituzionali e/o ambientali (pelle secca, corporatura magra, esposizione al sole, fumo ecc).

Come agisce
La bio-rivitalizzazione serve a dare turgore al volto: se ad esempio si vuol dare tono allo zigomo, anziché fare delle piccole iniezioni in serie si fanno delle linee interne orizzontali e poi verticali che si intersecano tra di loro e che creano una sorta di reticolato che dà sostegno al tessuto.

Creando una rete di questa sostanza l’acido ialuronico attira l’acqua: quindi la zona del viso risulta più compatta.

Durata del trattamento

Si consigliano circa 5 trattamenti iniziali a distanza di una settimana l’uno dall’altro e poi 2 sedute di biorivitalizzazione effettuati a distanza di 1 mese.

Tra un trattamento e l’altro si possono fare dei peeling a base di acidi o trattamenti esfolianti sotto forma di maschere o creme.

Peeling chimici

 

“In caso di rughe superficiali il trattamento di medicina estetica indicato è il peeling chimico superficiale, medio o profondo oppure il laser”- dice il Dottor Giorgio Netri, Chirurgo Plastico a Manchester.

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L’acido glicolico superficiale funziona su macchie e rughe superficiali in un primo strato della pelle.

E’ un trattamento che utilizza di stimolazione  cutanea piuttosto che di ricostruzione. Il trattamento con acido glicolico, grazie a questi effetti  combinati, ottiene un progressivo ringiovanimento della pelle che appare  più luminosa, elastica, morbida e priva di piccole rughe.

L’acido TCA (tricloracetico)  interviene al livello più profondo della pelle.
E’ usato per peeling medi e profondi, per correggere cicatrici di acne, le piccole rughe intorno alla labbra e per le macchie cutaneo.
Il TCA viene spesso utilizzato in associazione con altri acidi, in particolare con la soluzione di jessner, a scopo sinergico.

Il peeling profondo con acido fenolico viene usato da dermatologi esperti: è il più profondo dei peeling. Viene fatto in anestesia generale o locale, garantisce un ottimo risultato perché è un completo ringiovanimento.

Subito dopo i peeling chimici si raccomanda l’uso di creme solari ad altissimo fattore di protezione.

Come capire se è più indicato un peeling o un filler?

Il peeling è per danni superficiali,  per dare (o ridare) omogeneità e compattezza alla pelle, va a  correggere le piccole disomogeneità della pelle.

Il filler è molto più specifico e va ad agire su una ruga in particolare, che viene riempita grazie all’acido ialuronico.

Come illuminare la pelle?

 

Un viso solare e una pelle radiosa sono un ottimo biglietto da visita, ma come ottenere un’incarnato perfetto senza ricorrere al make up?
 

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L’abbiamo chiesto al Prof. Enzo Berardesca, Direttore del Dipartimento di Dermatologia Clinica presso l’Istituto dei tumori Regina Elena – San Gallicano di Roma.
 
Cosa rovina la pelle e perché?
Quando la pelle perde di tono, assume un colorito grigiastro o si copre di una rete di rughe, la causa è sia fisiologica, causata dall’invecchiamento, che relazionata a fattori esterni.
Afferma il Dott. Berardesca: “Le modificazioni cutanee che insorgono con l’andare del tempo hanno sostanzialmente due origini: l’invecchiamento cronologico, che costituisce un processo fisiologico determinato da fattori genetici e influenzato da fattori ambientali, e il fotoinvecchiamento, che si sovrappone al precedente ed è un processo degenerativo legato al processo ossidativo prodotto da fattori come inquinamento ambientale, da metalli pesanti, ma soprattutto dall’esposizione ai raggi UV“.
 
Oltre al sole e all’inquinamento, un altro “amico” dell’invecchiamento cutaneo è il fumo di sigaretta. “Il fumo causa un aumento dei radicali liberi nella pelle” prosegue Berardesca “È stato dimostrato che donne fumatrici presentano un livello più elevato di invecchiamento cutaneo e di rughe”.
 
Quali trattamenti sono quelli consigliati, a che età, per quali problemi
Quando ormai i danni sono visibili è oggi possibile intervenire con trattamenti medici dermatologici in grado di rinnovare la pelle.
Come afferma il Dott. Berardesca, “Con il passare degli anni la pelle si assotiglia e perde la sua capacità di rinnovamento. Diverse sostanze sono in grado di stimolare il ricambio cellulare e quindi (dopo un adeguato periodo di trattamento, di solito qualche mese) di riuscire ad aumentare lo spessore della pelle, rinnovare il collagene e migliorare quindi il tono, l’elasticità e la levigatezza della cute”.
 
Ma quali sono i prodotti che favoriscono il rinnovo cellulare? “Quelli più utilizzati appartengono a due categorie: gli alfoidrossiacidi ed i retinoidi. I primi si usano in diverse concentrazioni anche come prevenzione a partire dai 30 anni in poi, sia in creme che, a concentrazioni elevate, come peeling. A questa categoria appartengono ad esempio acido glicolico e acido piruvico. I retinoidi invece sono i derivati dell’acido retinico. Alcuni sono classificati come farmaci (tretinoina) altri sono utilizzati nei cosmetici (retinolo e retinaldeide)”.
 
Quando si usano? “Sono indicati nel trattamento dell’invecchiamento nelle fasi più avanzate (generalmente dopo i 45 anni) e sono principalmente utilizzati nelle creme. Anche le vitamine topiche come la C e la E, essendo dei potenti antiossidanti, sono utili nel contrastare gli effetti dell’invecchiamento il cui danno è spesso causato da un’eccessiva ossidazione”.
 
Che azione hanno botox e filler? “Questi prodotti possono essere utilizzati per contrastare l’invecchiamento. Migliorano l’aspetto cutaneo e appianano le rughe, ma hanno un effetto puramente visivo e non migliorano dal punto di vista biologico le caratteristiche della cute” che quindi dopo poco tempo recupererà l’aspetto sciupato di prima.
 
Come si svolgono i trattamenti?
Specifica Berardesca: “I trattamenti in crema vanno applicati 1/2 volte al giorno per alcuni mesi, le formulazioni in peeling in alte concentrazioni vanno applicati per pochi minuti ogni 2 o 3 settimane, ma questo tipo di trattamento è meglio che sia effettuati dal medico, in quanto se la sostanza viene lasciata troppo a lungo si possono causare danni anche permanenti”.
 
Come mantenere i risultati?
Una volta ottenuta una bella pelle, il difficile è mantenerla tale. quali accorgimenti è necessario usare ogni giorno per non ritornare alla situazione di partenza? “I risultati si possono mantenere sia prevenendo l’invecchiamento, proteggendosi la pelle, che abbinando cicli di terapia di mantenimento. Tutto però abbinato ovviamente a uno stile di vita adeguato: abbandono del fumo, controllo dell’esposizione solare e dieta regolare ricca di vitamine, antiossidanti e flavonoidi. Infatti tra le cause dell’invecchiamento cutaneo c’è anche, in piccola parte, una dieta povera di vitamine e sali minerali”.
 
Come combattere i danni del sole?
“La pelle si preserva dai danni del sole ovviamente non esponendosi” afferma Berardesca. “In ogni caso è meglio fare delle esposizioni controllate evitando le ore centrali della giornata ed applicando sempre un filtro solare ad elevato potere che protegga sia dagli UVA che UVB. Ricordo che generalmente gli UVA sono a lunghezza d’onda piu’ lunga e penetrano nel derma causando le rughe, mentre gli UVB sono quelli che “scottano” e danno l’eritema solare e a lungo termine possono favorire la comparsa dei tumori cutanei. È sempre più frequente l’uso anche di integratori alimentari a base di antiossidanti o sostanze più specifiche come il polypodium leucomotos che aiutano la pelle a contrastare i danni dell’esposizione solare”.