Valentino Rossi con gli occhi a mandorla nel 2013 è quello che riscuote i maggiori consensi fra i bookmaker non ufficiali del paddock. Ma per Audi, fresca proprietaria di Ducati, la partita è tutt’altro che chiusa. Il diretto interessato è abile a confondere le piste e nascondere le tracce. «Tutti vogliono sapere quale sarà il mio futuro. Assicuro che correrò in moto anche il prossimo anno» è l’unica certezza mascherata da battuta che offre il Dottore. A Laguna Seca ha scoperto che se rimarrà in rosso il suo compagno di squadra sarà ancora Hayden, «un pilota che si merita il rinnovo» il suo commento. Poi ribalta di nuovo il mazzo, «ma anche con Lorenzo vado molto d’accordo» dice in previsione Yamaha. La riconferma dell’americano è comunque l’ennesimo segnale che da Ingolstadt stanno mandando in direzione Tavullia.
«Tenerlo con noi sarà dura» mormorano gli uomini in rosso riferendosi a Valentino. Sanno che non basterà ricoprirlo di euro per impedirne la fuga, il Dottore vuole altre garanzie. Aver mantenuto il suo compagno di squadra è un primo passo, dare continuità a un gruppo affiatato. Ora c’è bisogno di cambiamenti e la rifondazione del reparto corse è iniziata. Inutile illudersi che la Desmosedici sboccerà nelle ultime 9 gare della stagione, anche le qualifiche di ieri del Gp di Laguna Seca hanno visto un Valentino in difficoltà. Lontanissimo da Lorenzo e Stoner, che si sono giocati la pole sul filo dei millesimi. L’ha spuntata lo spagnolo, mentre il Dottore stasera partirà dalla quarta fila, dopo avere fatto segnare un tempo di quasi due secondi più lento di quello di Jorge.
L’erede della Ducati GP12 dovrà essere a tutti i costi più competitiva, per il momento non ci sono state rivoluzioni ma un rafforzamento di tutta la struttura. Jeremy Burgess, capomeccanico al fianco di Valentino fin dal suo debutto in 500 nel 2000, ha dato qualche consiglio: «La moto da inizio anno forse non è cambiata abbastanza, sarebbe stato meglio avere degli step evolutivi ravvicinati, portare maggiore materiale». Uno sforzo forse al di sopra delle risorse della piccola Ducati, ma certamente alla portata del gigante Volkswagen. Proprio in questi giorni Filippo Preziosi, il padre delle MotoGp di Borgo Panigale, è volato in Germania per definire i programmi futuri. Da quello che si deciderà in quegli uffici dipenderà anche il futuro del campione di Tavullia, ben cosciente che «avere un grande gruppo alle spalle può fornire maggiori sicurezze». Burgess ha proposto inoltre di rafforzare la squadra che si occupa dello sviluppo in pista e anche a questa voce le orecchie tedesche non sono state insensibili. Allo storico collaudatore Franco Battaini verrà affiancato un giovane pilota e già la scorsa settimana Danilo Petrucci è salito sulla GP12 per due giorni di test al Mugello, esperienza che ripeterà anche dopo il Gp degli Stati Uniti.
Altra mossa la nascita di uno «Junior team», una squadra che lavorerà al fianco del team ufficiale con due obiettivi: far crescere le nuove leve e contribuire attivamente allo sviluppo della mille bolognese. «Mancano ancora dei particolari importanti per potere valutare al meglio l’offerta di Ducati, anche dal punto di vista tecnico» aveva sottolineato Rossi alla vigilia della gara di Laguna Seca e queste decisioni sembrano essere una prima risposta indiretta ai suoi dubbi. I primi mattoni sui quali costruire una nuova casa, di cui si vorrebbe che Valentino fosse l’ospite d’onore. «E’ una sfida sia rimanere, che passare a Yamaha e cercare di battere Lorenzo, il pilota più in forma del momento, con la stessa moto» l’ultima analisi del Dottore. Due azzardi, ma solo con uno a vincere non sarà il banco.