Brigitta in topless? No, è la madre

Di solito è lei, Brigitta Boccoli, a regalare siparietti bollenti seno al vento. Estate dopo estate i suoi topless sono un appuntamento piccante da non perdere. Questa volta però la sexy showgirl e star degli spettacoli circensi si è tenuto il reggiseno. A toglierlo ci ha pensato la mamma. Complimenti alla signora!

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A Fregene mamma e figlia prendono il sole stese sul lettino e a sorpresa il topless questa volta non è quello della bella 41enne moglie di Stefano Nones Orfei, bensì quello di sua madre. Un topless di tutto rispetto, che merita un applauso. L’abbronzatura semi integrale, seno al vento, è un vizietto esibizionista di famiglia! Brigitta in questa occasione invece il reggiseno se lo tiene, ha altro a cui pensare.

La bella star del circo si esibisce infatti in prove tecniche di stand up paddling, uno sport acquatico che consiste nello stare in equilibrio su una tavola da surf. E mentre si esercita i paparazzi possono immortalarla nei suoi lati più stuzzicanti, fronte e retro. Curve che fanno sbandare.

DOMENICA LIVE, IL FIGLIO CONTESO DI CICCIOLINA: “MI IMPEDIVANO DI STARE CON MIA MADRE”

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«Scusa per le lacrime. Non pensavo».
Anche Ilona Staller piange per amore, rivedendo le scene del suo matrimonio con il famoso Jeff Koons, l’artista «strapagato: una sua opera costa 25milioni di dollari».
A Domenica Live la famosa pornostar e suo figlio Ludwig, in esclusiva, raccontano il dramma di un affidamento conteso.
Cicciolina ripersorre in poche battute quell’amore: «Mi dicevo sempre: un giorno incontrerò il grande amore della mia vita e ci farò un figlio. Quando ho incontrato Koons ho capito che era lui».
Dalla loro relazione nasce Ludwig, che oggi ha vent’anni e vive a Roma. E che per anni è stato conteso dai genitori.
Il matrimonio tra Illona e Koons, infatti, naufraga dopo due anni e mezzo.
«Divorziammo. Un giorno ero a Roma con Ludwig e il mio ex marito venne a trovarmi e mi disse che avrebbe portato il bambino allo zoo. Invece lo portò a New York, senza neanche il passaporto».
Inizia così la battaglia senza quartiere della Staller: «Tornai a New York e scelsi un appartamento schifosissimo, ma con quattro entrare a nord, sud, est ed ovest. Ero sorvegliata continuamente e, quando potei vedere mio figlio e portarlo a casa mia, avendo sperimentato tempi e vie di fuga, scappai con lui, indossando una parrucca scura e le lenti a contatto marrone. E gabbando anche la sorveglianza».
Immediata scatta la caccia da parte dell’Fbi e, poi, la battaglia legale, raccontata da Ludwig: «Fui assistito da assistenti sociali e mia madre è stata processata e arrestata. Io volevo stare con lei, ma le leggi italiane sono diverse da quelle americane e tutta la vicenda di è sviluppata come una battaglia legale tra Italia ed America».
Poi, a 14 anni, quando Ludwig per legge è in grado di scegliere, il giudice gli chiede quale genitore voglia al suo fianco: «In verità non è stato tutto così immediato: prima di me hanno ascoltato gli assistenti sociali che mi sconsigliavano di stare con mia madre e mi imboccavano. Al giudice dissero che io preferivo stare con mia madre. Ma non era così. Poi, dopo tre tentativi falliti, riuscii a parlare con il giudice e a dire la mia verità».

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«Scusa per le lacrime. Non pensavo».
Anche Ilona Staller piange per amore, rivedendo le scene del suo matrimonio con il famoso Jeff Koons, l’artista «strapagato: una sua opera costa 25milioni di dollari».
A Domenica Live la famosa pornostar e suo figlio Ludwig, in esclusiva, raccontano il dramma di un affidamento conteso.
Cicciolina ripersorre in poche battute quell’amore: «Mi dicevo sempre: un giorno incontrerò il grande amore della mia vita e ci farò un figlio. Quando ho incontrato Koons ho capito che era lui».
Dalla loro relazione nasce Ludwig, che oggi ha vent’anni e vive a Roma. E che per anni è stato conteso dai genitori.
Il matrimonio tra Illona e Koons, infatti, naufraga dopo due anni e mezzo.
«Divorziammo. Un giorno ero a Roma con Ludwig e il mio ex marito venne a trovarmi e mi disse che avrebbe portato il bambino allo zoo. Invece lo portò a New York, senza neanche il passaporto».
Inizia così la battaglia senza quartiere della Staller: «Tornai a New York e scelsi un appartamento schifosissimo, ma con quattro entrare a nord, sud, est ed ovest. Ero sorvegliata continuamente e, quando potei vedere mio figlio e portarlo a casa mia, avendo sperimentato tempi e vie di fuga, scappai con lui, indossando una parrucca scura e le lenti a contatto marrone. E gabbando anche la sorveglianza».
Immediata scatta la caccia da parte dell’Fbi e, poi, la battaglia legale, raccontata da Ludwig: «Fui assistito da assistenti sociali e mia madre è stata processata e arrestata. Io volevo stare con lei, ma le leggi italiane sono diverse da quelle americane e tutta la vicenda di è sviluppata come una battaglia legale tra Italia ed America».
Poi, a 14 anni, quando Ludwig per legge è in grado di scegliere, il giudice gli chiede quale genitore voglia al suo fianco: «In verità non è stato tutto così immediato: prima di me hanno ascoltato gli assistenti sociali che mi sconsigliavano di stare con mia madre e mi imboccavano. Al giudice dissero che io preferivo stare con mia madre. Ma non era così. Poi, dopo tre tentativi falliti, riuscii a parlare con il giudice e a dire la mia verità».